Lettere alla Redazione: un’analisi politica sul tema della preghiera

Pubblichiamo una lettera ricevuta oggi da un cittadino monfalconese sul tema della preghiera.

Credo opportuno esprimere alcune considerazioni in merito a quanto sta accadendo nella città dei cantieri e che vede coinvolta la comunità di fede musulmana – non solo bengalese!

Conosciamo tutti l’accanimento del nostro sindaco verso gli amici monfalconesi di etnia bengalese, i dispettucci verso tale comunità con l’unico obiettivo di cacciarli da Monfalcone scordandosi i patti sottoscritti da Fincantieri e dal suo partito anni orsono in sede governativa per mantenere lo status operativo presso i cantieri navali. Dimenticando il loro contributo all’economia locale.

Vorrei ritornare con la memoria a vent’anni fa, quando arrivarono i primi bengalesi pronti ad essere sfruttati dalla mafia locale, e non, per eseguire i peggiori lavori in azienda; a loro i padroncini della Monfalcone bene affittavano in nero dei garage o degli appartamenti dove potessero alloggiare senza disturbare. Alcuni vendettero pure i loro negozi a questa comunità, ma oggi si lamentano della loro presenza dopo aver rimpinguato il loro conto in banca con soldi puliti.

Ovviamente il sindaco deve difendere i suoi elettori, per cui spara alto contro questa comunità negandole ciò che è consentito dalla legge italiana e dalla Costituzione della Repubblica italiana sulla quale il sindaco ha giurato!

Oggi siamo al paradosso: viene vietato loro il rito della preghiera con escamotage assurdi, avvallati pure da cariche istituzionali che dovrebbero difendere quel sacro testo, in un clima che potrebbe portare ad incidenti etnici/politici paurosi.

Il Sindaco di Pordenone, pure lui leghista ed in lista alle elezioni europee come il sindaco di Monfalcone, sullo stesso argomento si è comportato diversamente ed in maniera umana verso i musulmani che non possono assistere alle preghiere all’interno della loro moschea, lasciando loro libera la pubblica piazza.

A tirare la corda essa prima o poi si spezza, per cui un presidio in piazza ci deve comunque essere per non lasciare soli ed abbandonati gli amici musulmani, anche se  stanno lavorando per allestire la manifestazione letteraria in piazza della Repubblica – da sottolineare il nome della piazza – però credo si possa con una grossa sinergia – AUSER provinciale, ARCI provinciale, ACLI provinciale, SCOUT provinciali, CGIL CISL UIL USB, RSU dei vari posti di lavoro, comuni cittadini, tutte le Associazioni di volontariato che operano in provincia, esponenti del mondo cattolico, partiti istituzionali etc. etc. –  presenziare a turno sotto un gazebo dalle ore 08,00 alle ore 20,00 di ogni giorno compresa la domenica per manifestare il proprio dissenso.

Questo è ciò che penso.

Franco Buttignon

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