Il doppio carpiato nella propaganda dell’annuncio compulsivo

Dopo aver coperto di ridicolo la nostra città facendola arrivare sulle pagine dei giornali e nei servizi delle televisioni nazionali e locali, ecco la trovata del giorno.
Compare così un bell’articolo-intervista sulla stampa locale dove si si dice che nel silenzio agostano, anche se non se ne parla, i lavori sull’annoso problema del bagno vestiti sta andando avanti, perché le mail arrivano da tutta Italia, sia chiaro! E già qui partirebbe il primo sorriso: non se ne parla, ma ne parlo col giornale … dai, su! Ma andiamo per gradi.
Prima di tutto si precisa che i “lavori sono in corso” in modo da non “calare il provvedimento dall’alto” attraverso un’ordinanza sindacale o una delibera di Giunta, ma attraverso una discussione in Consiglio. E qui ci sarebbe già da ridere a crepapelle, visto che i Consiglieri di maggioranza, già firmatari del patto preelettorale di sudditanza … ops, scusate: di fedeltà incondizionata, approverebbero qualsiasi cosa il Sindaco portasse in Consiglio. E vabbè…
Ma il vero capolavoro della propaganda da annuncite compulsiva arriva subito dopo, eh sì, perché l’affondo del Sindaco dice che si andrà in Consiglio per chiamare i Consiglieri ad assumersi “le proprie responsabilità di voto su temi delicati come la parità di genere e la libertà delle donne”. E qua scusate, ma la citazione del mitico “antani” ci sta davvero tutta!

Due considerazioni.
La prima. A Monfalcone esiste una Commissione pari opportunità, che abbiamo sollecitato più e più volte ad occuparsi della parità di genere, che in una città complicata e multiculturale quale la nostra ha una valenza centrale e merita una grande attenzione. Cosa abbiamo ottenuto? Quello che hanno deciso loro, la maggioranza, e cioè il nulla, o meglio: le foto di gruppo sulle scale del Municipio e l’inaugurazione della panchina rossa a Marina Julia … in novembre. Chapeau! Indubbiamente la parità di genere è un tema molto sentito dalla maggioranza. Ed evidentemente per loro la parità di genere consiste nel divieto di vestirsi come si vuole.

La seconda. Definito che il tema è (diventato) la parità di genere e che dunque il bagno vestito delle donne deve essere vietato in quanto discriminante (il decoro e l’igiene tanto richiesti ora paiono dimenticati), i maschietti potranno continuare a fare il bagno vestiti come vogliono?

PS: sul tema dei mitici vestiti bagnati in autobus è calato il silenzio … forse perché esiste già un “regolamento di vettura” disposto da TPL FVG, che fa riferimento a un preciso Regolamento europeo relativo ai diritti dei passeggeri nel trasporto effettuato con autobus? O forse perché i miei vestiti potrebbero essere bagnati anche a causa della pioggia?

Secondo PS: i richiami alla responsabilità del Sindaco li rispediamo tutti al mittente. Sia lei ad assumersi le responsabilità di ciò che fa… e soprattutto di ciò che annuncia un giorno sì e il giorno dopo pure.

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