Monfalcone ha sempre fatto rima con ospitalità

 

Correva il 4 novembre del 1886 e venne presentato a Monfalcone, alla presenza del Conte Valentinis, esponente a sostegno dell’italianità di Trieste e del Friuli Austriaco, il gruppo Pro Patria, nato proprio per osteggiare l’Austria e sostenere la causa dell’italianità di queste terre.

L’inviato dall’Italia rimase colpito dalla Monfalcone di oltre cent’anni fa, per la semplicità della cittadina bisiaca. Si lodavano le fonti termali, che rivaleggiavano addirittura con quelle di Abano Teme, ma si evidenziava che il paese era ancora al suo stato primitivo.  Qualche albergo, qualche via illuminata, una passeggiata ombrosa fiancheggiata da platani superbi e soprattutto, evidenziava l’articolista, una bella piazza, ove nei giorni festivi le contadine friulane ballavano su apposita piattaforma al suono di una musica impossibile, concludendo che a Monfalcone non c’è proprio altro.

Non era ancora la città dei cantieri che conosciamo oggi, ma effettivamente, a Monfalcone, tolta la piazza, che altro c’è?  Sicuramente, ciò che ha sempre connotato lo spirito di queste terre, la sua gente.

C’è però una cosa che non si pagherebbe mai abbastanza: una cordialità, un’ospitalità che vi toccano il cuore. Gli abitanti parlano il friulano della provincia di Udine; sono affabili, buoni, credenti, li vedete affollarsi nella chiesa di Sant’Antonio, loro patrono.  Lungo quelle vie mezze campagnuole, mezze cittadine vi salutano rispettosamente; se chiedete loro qualche cosa, sono lieti di potervi rispondere.  Non badano molto alla politica, non leggono giornali, ma sono fieri della loro nazionalità.

Articolo chiaramente che accentuava il carattere italiano di una cittadina, che ha conosciuto sulla propria pelle la devastazione della Grande Guerra e che comunque evidenzia alcune peculiarità di una Monfalcone che ancora oggi sono tutt’altro che marginali.

L’Italia del terzo millennio è un Paese profondamente diverso da quello di fine 1800, ma il Friuli-Venezia Giulia ha continuato ad essere terra di passaggio, di mescolanza, di culture diverse, d’altronde, non bisogna mai dimenticarsi che la specialità statuaria di questa regione è dovuta all’essere germanofona, friulana, e slovena, oltre che italiana.

Monfalcone è sempre stata ricordata come terra di ospitalità, prima ancora di diventare città dei cantieri e ciò è bene ricordarselo, perché l’ospitalità, che significa includere e non escludere è la vera identità di questa città che nessun sentimento reazionario o ideologico potrà mai offuscare.

Marco Barone

Torna in alto