E sono due…

Dopo il provvedimento del Consiglio di Stato del 21 marzo, arriva ora un secondo provvedimento favorevole alla comunità islamica di Monfalcone che ha deciso di tutelarsi legalmente contro degli atti amministrativi ritenuti semplicemente illegittimi.

Il TAR del Friuli Venezia Giulia con sentenza 110/24 ha sostanzialmente dato ragione ai ricorrenti, ergo, il Circolo Culturale Islamico Baitus Salat, evidenziando che non basta un cartello di segnalazione lavori, né la presenza di alcuni materiali edili, per inibire l’area esterna dell’immobile al circolo, per poter svolgere le proprie attività.

Il circolo culturale ha denunciato la effettiva compromissione dei propri diritti  costituzionali di riunione (art. 17 Cost.), di associazione (art. 18 Cost.), di  libera professione del culto (art. 19), nonché l’illegittima limitazione delle facoltà di godimento dell’immobile, riconducibili al diritto di proprietà (art. 832 c.c.).

Va soprattutto osservato che il circolo non ha contestato l’inagibilità dei locali interni del fabbricato, stante la mancanza del collaudo statico e di agibilità, ma l’inibizione dell’area esterna.

Questo era l’oggetto del contenzioso.

Ed il TAR ha dato pienamente ragione evidenziando che sostanzialmente si è “nell’impossibilità di riscontrare, anche solo in forma potenziale, dei lavori edili in corso sull’immobile,”  e pertanto si “deve escludere la riconducibilità delle aree circostanti alla definizione di “cantiere” contenuta nel d.lgs. 81 del 2008 (“qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile”), e, quindi, l’applicazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro”.

E sono due! Tutto ciò si poteva evitare?

Quando a parlare sono le carte bollate, le sentenze, i decreti, le ordinanze e non la forza della mediazione, che non deve nascere dall’imposizione di terzi, ma dalla spontaneità, dallo spirito di collaborazione  che deve coinvolgere soprattutto le minoranze, e dunque anche quella minoranza di migliaia di persone islamiche, di cittadini, che connotano parte della nuova identità che si sta delineando in questi ultimi vent’anni a Monfalcone, che conclusioni si possono trarre?

La bellezza di una città non è data solo dalle sue statue, dai suoi fiori o piazze rinnovate, ma dal grado di perseguimento di pacificazione sociale e dalla convivenza civile.

Convivere pacificamente, ognuno con le proprie identità, peculiarità, nello stesso contenitore, insieme.

Nulla di più bello di questo può esserci in una città.

Marco Barone

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