di Enrico Altran
Torno sull’articolo del 20 maggio, comparso sulla prima pagina della cronaca di Monfalcone de Il Piccolo, che esaltava il successo della Linea Storica, voluta dall’Amministrazione comunale e che ormai porterebbe 100.000 passeggeri all’anno. Il valore, per rendere più credibile la notizia, non è un generico 100.000 ma un puntuale 96.414 passeggeri trasportati nel 2022 e 74.571 da gennaio al 4 maggio 2023.
Sicuramente, in piazza della Repubblica c’è chi sa comunicare efficacemente per trasmettere agli elettori la sensazione che l’Amministrazione comunale sa amministrare con competenza e precisione.
Ma è proprio così? La Linea Storica, nell’orario invernale, è organizzata su 70 corse feriali, 35 in partenza dal San Polo e 35 dalla Stazione e 28 corse festive (14 da San Polo e 14 dalla stazione). I bus utilizzati per il servizio hanno una capienza tra i 20 e i 30 posti, quindi APT mette a disposizione 364.000 posti (70 corse x 260 giorni x 20 posti) nei giorni feriali e 58.240 (28 corse x 104 giorni x 20 posti) nei giorni festivi, per un totale annuo di 422.240 posti all’anno.
Il successo che è stato sbandierato quindi, si riferisce ad un servizio pubblico, “fortemente voluto, scommettendo sulla scelta”, che fa circolare ogni anno 21.112 autobus con un’occupazione media del 20%. In altri termini, i 21.112 bus, per trasportare i 100.000 passeggeri, hanno viaggiato nel 2022 con una media di poco meno di 5 persone a bordo più l’autista. In altri ambiti lo si chiamerebbe servizio in forte perdita ma qui è chiamato successo.
Se noi, semplici potenziali lettori del quotidiano, senza avere accesso ai dati di servizio interni, ma solo consultando gli orari e guardando i veicoli in circolazione, ci siamo posti queste domande, come mai la giornalista non ha ritenuto doveroso approfondire prima di pubblicare?
L’Amministrazione ha però ottenuto un effetto positivo, inserendo nelle vie cittadine la LS: ha attivato un nuovo sistema di Safety Bus, che dovendo rispettare gli orari alle fermate e risparmiando tempo per la salita e la discesa dei pochi passeggeri, rispetto alle frotte previste, viaggiano a 20km/h rallentando tutti i veicoli che ci si devono accodare.
Ciò che si vuole qui sottolineare non è un insieme di tecnicismi e calcoli sul trasporto pubblico locale, ma sensibilizzare la popolazione sull’uso spregiudicato che viene fatto dei numeri a sostegno di tesi altrimenti poco plausibili.
Analizzare numeri reali serve a capire i fenomeni, a individuare eventuali problemi e le misure correttive per risolverli. Se però i numeri sono frutto di fantasia, la realtà che vorrebbero rappresentare non esiste; vengono quindi usati come clava per zittire il dissenso, dimenticando che visioni complementari ed alternative potrebbero essere utili a far crescere realmente il territorio e la città.
In sostanza, i numeri che si esibiscono per finalità pubbliche dovrebbero essere rilevabili con metodi o strumenti oggettivi, essere certificati da soggetti terzi e andrebbero analizzati da chi ha la preparazione per comprendere i fenomeni che ne stanno alla base. Vale per l’economia, vale per la tecnica, vale per la politica. Dare i numeri è un modo irrispettoso di trattare i cittadini, li si confondono, illudono e poi, quando i conti non tornano più, e prima o poi i conti non torneranno, la disillusione e lo scetticismo prenderanno il posto della fiducia, anche verso chi lavora seriamente.
Enrico Altran