Come nascondere i problemi reali e spostare l’attenzione sul niente.

 

Una manifestazione di protesta serena e ben riuscita quella di stamane a Marina Julia.

Circa 200 persone si sono ritrovate sulla scalinata che porta alla spiaggia per un’entrata in acqua di solidarietà dopo l’annuncio delle azioni restrittive nei confronti dei bagni in mare vestiti dei cittadini musulmani, ventilate dal sindaco qualche giorno fa.

Nell’articolo apparso sul quotidiano locale il sindaco pro tempore affermava che la presenza dei bagnanti vestiti (citiamo letteralmente quanto pubblicato) “…sta determinando sconcerto tra i tanti frequentatori del posto”.

Inoltre, affermava che questi comportamenti “…lesivi della rispettabilità e dignità necessarie nella frequentazione di tali luoghi pubblici, incidono negativamente sull’attrattività e sulle ricadute per i gestori dei servizi”.

Insomma, i cittadini che fanno il bagno vestiti (chissà se insieme ai cittadini musulmani si intendono inguardabili anche i cittadini che per motivi di intolleranza al sole stanno in spiaggia e si fanno il bagno con la maglietta) devono venir eliminati dalle spiagge del monfalconese.

Una crociata intrapresa (strategicamente?) dal sindaco in un momento dove i problemi seri della città sono ben altri, a partire dalla gestione fumosa della vicenda ISA Ambiente e rifiuti, passando per le restrizioni all’attività di controllo della Commissione trasparenza recentemente approvate a colpi di maggioranza  e per arrivare ai costi stratosferici del rifacimento della piazza, lievitati rispetto al preventivo iniziale e per i quali le opposizioni hanno chiesto lumi senza aver ottenuto ancora alcuna risposta.

Costi che, ça va sans dire, graveranno in futuro su tutti i cittadini, anche su quelli che il bagno al mare lo faranno coperti, non importa come.

 

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