#25 novembre, l’unica cosa inammissibile è non fare mai niente

Fra una settimana, il 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ieri è stato ritrovato il corpo dell’ennesima donna uccisa nel nostro Paese, aveva 22 anni. Uno strazio infinito.

Si sa cosa manca al nostro Paese: la cultura. Ma ognuno può e dovrebbe fare qualcosa, con le sue capacità e possibilità. L’unica cosa inammissibile è non fare mai niente.

Ci aspettiamo grandi cose dall’Amministrazione comunale. Finora abbiamo visto l’installazione di una panchina rossa, dopo grandi insistenze e altrettanto grandi resistenze. A Marina Julia. Che non si noti troppo. Mica è un problema della nostra città.

Dopo sette anni di governo, quest’amministrazione non ha prodotto altro. Vorremmo sbagliarci. Magari è stato fatto qualcos’altro ma non ce ne siamo accorti, con tutte le iniziative che riempiono le giornate monfalconesi. Ci si può perdere in tanta abbondanza. Ma davvero, vorremmo essere smentiti. Vorremmo che il Comune avesse a cuore le donne, tutte, la loro salute, il loro benessere, la loro dignità. La civiltà di un Paese si misura dal benessere delle donne. I Paesi che stanno economicamente meglio sono quelli dove le donne hanno diritti e dignità, pari, o quasi, agli uomini. Dove possono lavorare, perché c’è sempre un posto sicuro dove lasciare i figli. Il Nord Europa, per capirsi.

“La mia battaglia per dare (…) pari dignità e opportunità alle donne musulmane”: ecco, ad esempio, una dichiarazione del primo cittadino a cui non sappiamo dare risposta. In cosa consiste questa battaglia? Cosa è stato fatto, si sta facendo, per questa dignità?

Sembra superfluo ribadire che le donne possono avere dignità solo se hanno diritti, e se non sanno di averli è tutto inutile. Ma per sapere, bisogna conoscere. La lingua del posto in cui ti ritrovi a vivere, per esempio. Se una donna capisce la lingua, probabile che venga a conoscenza dei suoi diritti. Se una donna può esprimersi, probabile che sia in grado di ribellarsi a ciò che non le garba. Se una donna lavora, è più facile che possa lasciare l’uomo che le vuole male.

Se il mondo là fuori è così difficile da comprendere, è meglio star chiuse in casa. Se il mondo là fuori mi guarda storto, o mi deride, è meglio non farsi vedere.

La violenza contro le donne, così come contro ogni essere umano, si combatte con la cultura, con l’ascolto. Non con i proclami né con le crociate. Sia i proclami, sia le crociate hanno portato solo guerre e distruzioni, da quel che ci si ricorda.

La redazione

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